Invito a cena

con la plastica

Quanto possiamo vivere mangiando plastica?

 

Un altro nemico invisibile entra quotidianamente nell’organismo di ogni essere vivente in quantità sempre maggiore: le microplastiche.
Frutto antropico relativamente recente, si sono sviluppate attraverso vari processi e si stanno propagando nell'ambiente in ogni luogo: oceani, terreni, aria e, di conseguenza, cibo, contaminando e compromettendo il naturale equilibrio.
La sorprendente diffusione non deriva solamente dalla decomposizione delle cosiddette plastiche primarie, cioè quelle di grandi dimensioni e prodotte in diverse forme ma, in particolare, dalle plastiche monouso.1

L’Europa se ne sta accorgendo?

Una recentissima legislazione europea mette al bando nei prossimi anni la produzione di questi prodotti “usa e getta” ma una enorme quantità è già dispersa sulla Terra.
Queste particelle non si ingeriscono solamente con il cibo ma è dimostrato che residui di microplastica sono presenti nei mobili e nei tessuti sintetici e passano dalla polvere domestica ai piatti, finendo dunque nel nostro organismo mentre mangiamo oltre che quando respiriamo.2

Quanta ne produciamo?

Per avere idea delle quantità di plastica prodotta globalmente basta riflettere sui dati che riguardano l’incremento della produzione nel corso degli anni dalla sua scoperta.
Nel 1950 il mondo produceva solo 2 milioni di tonnellate all’anno. Da allora, la produzione annuale è aumentata di quasi 200 volte, raggiungendo 381 milioni di tonnellate nel 2015, vi è stata solo una lieve flessione della produzione annuale nel 2009 e nel 2010 come risultato della crisi finanziaria globale del 2008.3

 
 
 
PRODUZIONE GLOBALE DI PLASTICA IN MILIONI DI TONNELLATE
 

UN MARE PIENO DI MICROPLASTICHE

 
Quanta ne mangiamo?

Recenti ricerche hanno dimostrato che mentre mangiamo si ingeriscono fino a 14 pezzi di plastica in soli venti minuti: cifra destinata a salire nei prossimi anni facendo emergere un quadro preoccupante.
Le analisi dei ricercatori portano a concludere che soltanto durante i pasti consumati in un anno ingeriamo circa 70.000 micro pezzi di plastica di varia natura: per esempio cento di queste particelle ingerite ogni anno provengono dalle sole cozze, che assorbono l’acqua del mare ormai totalmente contaminato dalla plastica.4

 
 
 
la maggior parte delle plastiche che ingeriamo sono invisibili
 

comparazione dimensionale

Solo una piccola parte delle microplastiche sono visibili ad occhio nudo.
Gli esempi qui sotto dimostrano che gran parte degli oggetti sono invisibili e come tali possono entrare nel nostro corpo inconsapevolmente.
Proprio per questo è necessario ricordare che la nostra salute dipende dalle nostre azioni compiute nell'ambiente in cui viviamo.
Elementi di piccola dimensioni possono procurare devastanti effetti nocivi ed è per questo che il livello di attenzione che dedichiamo alle nostre decisioni, anche le più semplici, deve essere alto.

 
  • Caffé

  • Granello di sabbia

  • Chicco di sale

  • Capello

  • Polline

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Limite di visibilità

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  • Globulo bianco

  • Fumo

  • Batterio

  • Globulo rosso

  • Micron

come si formano
 

La microplastica non è solo il risultato del deterioramento degli oggetti di plastica primaria ma gran parte di queste dipendono da diversi altri prodotti come i cosmetici (dentifrici abrasivi, creme per lo “scrabbing”, ecc.).
La stessa manutenzione di tessuti sintetici, il consumo di pneumatici sono tra le cause principali di questa anomala produzione dalle dimensioni difficilmente contenibili attraverso i normali sistemi di depurazione; dalle lavatrici di casa finiscono nelle acque di scarico, e di conseguenza in gran parte dei terreni coltivati, una enorme quantità di microplastiche.5

 

“Gli impianti di trattamento delle acque sono in grado di intrappolare plastiche e frammenti di varie dimensioni mediante vasche di ossidazione o fanghi di depurazione”, spiega Rosalba Giugni, presidente dell’associazione Marevivo, “tuttavia una larga porzione di microplastiche riesce a superare questo sistema di filtraggio, giungendo in mare o disperdendosi nell’ambiente per via aerea.” 

 
catena di formazione delle microplastiche attraverso il lavaggio
 

Nessuna lavatrice o impianto di trattamento di acque reflue sono in grado di filtrare le piccole particelle di plastica dei nostri tessuti sintetici.

Una volta nell'ambiente, le microfibre si degradano in pezzi più piccoli irreversibilmente concentrando batteri pervasivi ed altri inquinanti.6

 

Una parte considerevole delle particelle microplastiche sono consumate da organismi acquatici entrando inesorabilmente nella catena alimentare

Una città delle dimensioni di Berlino rilascia un durante i lavaggi un volume di microfibre equivalente a ca. 500.000 buste di plastica, ogni giorno.

 
 

Le particelle microplastiche si trovano in più di 1200 specie, incluso il plancton,il nutrimento base dell'ecosistema marino.

 
Si trovano anche

Le microplastiche si trovano inesorabilmente nel nostro cibo quotidiano, miele, acqua, sale, birra e anche nel nostro corpo.
Un calcolo approssimativo sulle 70000 microplastiche che assumiamo inconsapevolmente ogni anno, della dimensione media di 200 micron e quindi invisibili al nostro occhio, determina che corrispondono ad un parallelepipedo di 70 cm3 di plastica.6

 
 
 
cosa possiamo fare
 
 

Porta sempre con te borse riutilizzabili per la spesa quotidiana.

 
 

Preferisci contenitori in vetro, carta o metallo che si riciclano con più facilità

 
 
 
 

Usa contenitori in plastica lavabile per il tuo pranzo al lavoro o a scuola.

 
 

Privilegia l’acquisto di oggetti in plastica riciclata.

 
 
 
 

Usa bottiglie di plastica riutilizzabili per trasportare i tuoi liquidi.

 
 

Evita di utilizzare prodotti di bellezza contenenti microsfere di plastica per lo scrabbing.

 
 
 
 

Utilizza i nuovi sacchetti che bloccano la fuoriuscita delle microfibre durante il lavaggio.

 
 

In alternativa inserisci nella lavatrice la “Cora Ball” che trattiene gran parte delle microfibre.

 
 
 
 

Aggiungi alla tua lavatrice il filtro “Planet Care” che impedisce lo scarico delle microfibre nelle acque reflue.

 

Ai politici europei:

“ Siete rimasti senza scuse e noi siamo rimasti senza più tempo.”

Greta Thunberg

 
uniti ci facciamo sentire

Perchè non siano solo i comportamenti dei singoli ad avere la responsabilità ma vi siano regole che vengano rispettate e fatte rispettare.
Essere uniti per battaglie comuni rivolte a chi può dettare la linea a tutti per il futuro nostro e dei nostri figli deve essere sentito come un dovere civile.
Si possono sostenere associazioni partecipando con azioni a favore di nuove e più stringenti restrizioni per la produzione e l’utilizzo dei materiali plastici.
Nel sito della WWF si può attivamente sostenere una specifica petizione sul bando dei rifiuti di plastica.
Ma vi sono iniziative popolari a tutti i livelli aderendo alle proposte che si possono trovare nei siti qui sotto:

WWF
Plastic Pollution Coalition
Greenpeace
Marevivo